A-4P Skyhawk Italeri 1/48 FAA Falklands War
A-4P SKYHAWK C-225 Forza Aerea Argentina
GIROLAMO LORUSSO
MODELLO: ITALERI/ESCI 1/48
ACCESSORI: RESINE AIRES - CAT4RESIN
FOTOINCISIONI: EDURAD
DECALS: AZTEC 1/48
Piccolo, maneggevole e letale il DOUGLAS A-4 Skyhawk, si è sempre distinto nei diversi conflitti nei quali impiegato, anche nelle versioni iniziali. Adottato da diverse Aviazioni e impiegato in diversi teatri bellici questo “aereo scooter” ha sempre svolto il suo lavoro in maniera egregia. Non per nulla fu scelto dalla US Navy per simulare il nemico nella famosa o famigerata scuola di volo, che noi tutti conosciamo come TOP GUN.
Nel teatro di Guerra delle Falkland o MALVINAS, a questo velivolo vennero riconosciuti diversi successi bellici di affondamenti di navi inglesi durate il conflitto dal 2 aprile 1982 al 14 giugno 1982, non dimenticando anche il prezzo pagato in termini di vite umane da parte di piloti Argentini (…e da entrambe le parti).
Gli A-4 impiegati nel conflitto erano distribuiti in versione B e C di provenienza US Navy. Successivamente la versione B venne suddivisa in due sotto versioni, la Q destinata alla Marina e la P per l’Aviazione. Le due versioni erano facilmente riconoscibili per via della grossa antenna sopra la fusoliera e l’antenna a lama subito dietro il tettuccio.
Purtroppo al momento in cui scrivo, i modelli gloriosamente prodotti da Hasegawa risultano indisponibili. La stessa casa nipponica ha dedicato delle scatole di montaggio proprio per costruire le varianti in oggetto. Di conseguenza, gioco forza, ho dovuto arrangiarmi con i kit disponibili sul mercato, ossia un Italeri versione E. A onore di cronaca Hobby Boss produce la versione E ed F entrambe in scala 1/48. Ho scelto l’Italeri perché questo kit prevede l’opzione degli slats estratti, caratteristica comune a tutti gli A-4. Anche la Hobbycraft produsse un clone Hasegawa ormai irreperibile per queste versioni.
Mi sono prefissato all’inizio del lavoro, un esemplare ben preciso avendo a disposizione numerosi set in resina, quindi volevo riprodurre un esemplare con le bande mimetiche e i cannoni DEFA da 30 mm. Dopo una serie di ricerche in rete la mia scelta è ricaduta sul C-225 CN 11865 (ex US Navy Bu.No.142803), corrispondeva alle mie esigenze. Questo velivolo è stato protagonista dell’affondamento della HSS Argonaut il 25/05/1982. Oggi è conservato e restaurato nel museo di Cordoba. Purtroppo ho commesso un errore nell’interpretare la data di introduzione dei cannoni DEFA, montandoli erroneamente, per poi rimuoverli a modello ultimato. I cannoni vennero usati da pochi esemplari P, a cavallo tra il 1986 e 1987. Ringrazio pubblicamente il Luis Pibe Vitina, per avermi indirizzato sulla giusta via per correggere l’errore. Il modellismo è anche riconoscere i propri errori e saperli risolvere.
Armato di piani in scala, monografie e numerose fotografie ho iniziato il lavoro di adattamento e conversione dalla versione E in B. il primo passo da compiere è quello di riscrivere tutta la pannellatura da una versione all’altra. Curiosamente il modello risulta per metà inciso e metà no, cosa che è servita in minima parte solo per avere delle linee per sommi capi. Gli interventi più drastici affrontati sono stati l’asportazione del musetto e le prese d’aria più corte rispetto alla versione E. Per procedere a questa operazione mi sono servito dei set di dettaglio della CAT4 Resin dedicati al modello Hasegawa, così da assicurami le forme corrette. Le prove a secco e gli adattamenti non sono mancati avendo due compatibilità diverse dei kit. Le prese d’aria sono state adattate e munite di rinforzi internamente, mentre il musetto purtroppo presentava un vistoso scalino di 4 mm che è stato raccordato successivamente a fusoliera assemblata. A fine lavoro di reincisine, ho rivettato il modello mediante rivettatrici Rosie con passo 0.65 scala 1/48. Strumento indispensabile se si vogliono fare lavori accurati.
Finita la fase di correzione della fusoliera ed ali, gli interventi successivi sono stati la sostituzione del cockpit e il vano carrello. Per entrambi mi sono servito del set Aires dedicato alla versione C per il cockpit e i vani carrelli comuni. Il lavoro di adattamento è stato impegnativo per entrambe le zone. Sia per il problema di spessore e forme diverse, sia per la posa in per dei manufatti in resina. Altresì il pannello strumenti del cockpit destinato alla versione C, è stato modificato tagliando la sezione di destra per poi ricostruirla con i nuovi di volo dedicati agli A-4P. Le foto e i disegni dei simulatori di volo, mi sono venuti incontro per tale modifica. Ahimè magra consolazione in quanto a fine lavoro, la palpebra del cruscotto nasconde in parte il lavoro fatto. Il cockpit segue la classica e canonica colorazione americana, con interni grigi e pannelli strumenti di volo in nero. A seguire, pulsanti e interruttori colorati come da foto. I vani carrello dopo essere stati adattati, sono stati anche rinforzati onde evitare cedimenti strutturali mediante plasticard. Anche qui le numerose prove a secco sono necessarie.
Le nuove prese d’aria così montate rivelano un enorme voragine all’interno delle fusoliere. Per risolvere questo problema cin sono due strade. La prima, due semplici tappi rossi a fine montaggio. La seconda, ricostruire il primo stadio del compressore. Ovviamente mi sono complicato la vita scegliendo la seconda strada, copiando il pezzo interessato mediante la tecnica del sotto vuoto, da uno dedicato al modello Hasegawa. Un risultato accettabile e discreto. Ovviamente ho ricostruito anche la ventola della turbina copiando dimensioni dall’omonimo giapponese, per completare il lavoro di dettaglio di questa zona molto visibile.
Proseguendo nella mia costruzione mi sono imbattuto in altri due lavori impegnativi. Gli aerofreni e i flaps. Sovente nelle fotografie si vedono spesso di A-4 con la “biancheria” estratta. I vani degli aerofreni in fusoliera sono stati copiati dal modello nipponico, usando plasticard Evergreen in diverse misure per ricostruire il loro alloggiamento, mentre i flaps, sono quelli in fotoincisione Eduard dedicati al Hasegawa, piegati pazientemente incolati e sagomati. In questa fase, come detto, mi sono servito di due fogli di fotoincisioni Eduard, per migliorare il modello Hasegawa, che ho solo in parte usato cannibalizzando le parti di mio interesse. Mi preme sottolineare, che le prove a secco sono state moltissime, prima della chiusura delle semi-fusoliere, alle quali ho asportato materiale nelle zone di contatto per l’alloggiamento dei set in resina adattati. Gli slats, sono stati rifiniti con lamierino di ottone, copiando il dettaglio dal foglio Eduard, non avendo misure compatibili in quanto dedicati all’Hasegawa.
Dato che avevo un A-4E Hasegawa (da usare per la versione Aggressor), ho preso da questo alcuni pezzi stampati con maggiore precisione. Tutto il comparto piloni, i serbatoi e tubo di scarico. Ovviamente anche questi pezzi sono stati adattati e migliorati con fotoincisioni, tutto questo per avvantaggiarmi in una riproduzione più accurata.
Avendo fatto numerose prove a secco precedentemente, il montaggio finale è stato agevole non richiedendo stuccature impegnative. L’unica zona che mi ha impegnato è quella dove ho scelto di installare i cannoni DEFA da 30 mm, dato che i pezzi in questione sono dedicati al modello Hasegawa, quindi ho dovuto faticare parecchio per adattarli e di conseguenza pareggiare le superfici nonché riscrivendo le pannellature perse. Lavorando nella zona cannoni mediante lamierino di ottone da un centesimo m/m, ho simulato le piastre di rinforzo vicino alle volate dei cannoni rivettando la superficie dall’interno ricreando l’effetto voluto.
Dato l’esile struttura dei carrelli, le gambe di forza sono state tutte irrobustite con acciaio armonico e tubi di rame, dettagliandole con le linee idrauliche completamente assenti e migliorando l’aspetto sensibilmente. Anche le ruote sono state cambiate con quelle in resina per l’apposita versione a sezione più stretta. Il rinforzo delle gambe mediante struttura in metallo è un’operazione vitale, in quanto, l’assetto cabrato fa spostare sensibilmente il baricentro del modello, e nonostante la zavorra da me inserita per bilanciare il modello stesso, ne ho aggiunta altra nei serbatoi successivamente.
Una volta assemblato il tutto ho applicato uno strato di primer grigio, che mi ha rivelato le imperfezioni a loro volta corrette dove necessario. Il primer fa da fondo anche per i colori successivi. Nel mio caso ho usto il MR Hobby MR Surface 1500, levigato successivamente con acqua e carta abrasiva 2000.
Il capitolo colorazione va studiato e affrontato a sé. Gli A-4 Argentini portavano uno schema mimetico a tre colori, in verde oliva, terra scuro e celeste, esteso a gambe carrelli e pozzetti. Questo schema, aveva una variante con i colori superiori inverti. I colori delle fonti ufficiali citano:
- FS 34088 OLIVE DRAB
- FS 30118 DARK EARTH
- FS 35550 LIGHT BLUE
- FS 33655 YELLOW
Per un periodo, gli Skyhawk vennero dipinti con delle fasce identificative. Il colore di queste, in 4/6 posizioni era in giallo FS 33655 YELLOW, applicato dal periodo dal 24/04/1982 al 25/05/1982, e segue ogni singolo velivolo a sé. Queste furono introdotte per rendere i velivoli Argentini riconoscibili dalla loro stessa contraerea, per non cadere sotto il fuoco amico. Le bande si estendevano sopra e sotto le ali e sulla deriva, partendo da 30 cm del bordo delle ali fino alla seconda fence dei flaps. Dopo avere fatto una breve prova colore dei colori delle varie marche e tonalità, ho scelto i Gunze Sangyo Aqueos H52 e H72 per il verde oliva e terra scuro, mentre il celeste, è una mescola di 95% Tamiya XF-2 bianco opaco, celeste 5% X-14 e con una punta di pennello sporcato di XF-8 blue. I colori sono stati stesi a mano libera copiando lo schema mimetico B sopra descritto, in tre strati leggeri e successivamente carteggiati con panni abrasivi finissimi e acqua, questo per avere superfici perfettamente lisce in funzione della applicazione successiva delle decalcomanie. Le zone interessate dalle fasce gialle, sono state trattate con il liquido AMMO per le scrostature, seguite da base bianca e poi colore giallo Gunze H4 addizionato di base opaca H40. Per simulare il deterioramento del colore giallo, si bagnano le superficie con acqua, pennello e stuzzicadenti, per ricreare l’effetto casuale di scrostatura. Il processo di pittura termina con l’applicazione di due strati di vernice trasparente. Però, prima di sigillare il colore, ho inverto il processo di invecchiamento evidenziando tutte le pannellature con gli Accent Line Tamiya, nero per le superfici mimetiche superiori e grigio per l’azzurro. Questo per non perdere il più possibile il dettaglio da me riprodotto in fase di riscrittura dei pannelli. Per facilitare l’applicazione degli Accent Line, ho inumidito te superfici con del diluente sintetico. l’eccesso va asportato con bastoncini cotonati e pennello, puliti frequentemente.
Gli A-4P Argentini non portavano molti stencil e araldica, durante il conflitto, alcuni di questi velivoli, si contraddistinsero per operazioni di attacco a buon fine. Il C-225 (esemplare da me scelto) fu uno tra questi, avendo la fortuna di arrivare intatto fino ai nostri giorni, oggi esposto in museo dopo il restauro.
Il foglio Decals da me utilizzato è quello della Aztec rif.48/048, il quale contiene numerosi velivoli ed elicotteri impiegati nel conflitto. La stampa è molto buona e il film sottile, tale da copiare ogni pannellatura. L’unico neo sono le istruzioni un po’ sommarie. Ho deciso di lasciare il modello privo di “Kill Marking” così da lasciare l’arco temporale di operatività più esteso, fino alla fine del periodo dove le bande gialle furono impiegate. Dopo tale periodo vennero sovra-dipinte. Le decalcomanie sono state sigillate con trasparente lucido e poi opaco del tipo “ultra opaco”, al limite del gessoso, per poter usufruire al meglio delle matite acquerellabili, per simulare l’invecchiamento. Le tonalità impiegate sono molte di tipo militare, più o meno a contrasto della mimetica. Mi sono servito anche di tonalità metalliche per simulare graffi e scrostature, molto frequenti nelle foto da me consultate. Consiglio vivamente l’uso di questi prodotti, in quanto offrono un controllo e precisione non indifferente ed essendo gestibili con l’acqua, sono anche molto facili da usare alla portata di tutti.
Carichi esterni. Durante il conflitto, questi velivoli avevano diverse configurazioni a seconda del tipo di missione svolta. Ho scelto la classica configurazione di taniche sub alari e un tris di bombe del tipo BRP-250 KG agganciate sotto il pilone centrale mediante un T.E.R. L’alternativa poteva essere un tris di bombe ma, agganciate singolarmente a ogni punto di carico.
Il modello si conclude con tutte le parti preparate in precedenza e omesse per una corretta manipolazione e soprattutto dotati di perni in acciaio armonico e sostituendo tutte le parti a facile rottura con il metallo, elastico allo stesso tempo resistente.
Ultimi commenti
Uno più bello dell'altro, cosa dire sei un artista!
Che dire grande modellista è pregevole persona, si prodiga volendo nei suggerimenti. Bravo
Огромное спасибо
Огромное МЕРСИ за ВАШЕ ТРУДОЛЮБИЕ на ГАЛАКТИКЕ МОДЕЛИЗМА !!! ВИВАТ ! ВИВАТ! ВИВАТ !ДЖИЛОРАМО !