OV-1A Mohawk Roden 1/48

Grumman OV-1 A/JOV-1 A MOHAWK Roden 1/48

 

Costruire questo modello è stato molto piacevole. Era la prima volta che costruivo un modello della ditta ucraina Roden.

Lo stampo è stato progettato veramente bene, questo ha fatto sì che le stuccature si siano ridotte al minimo, e inoltre l’inserimento del cockpit della Cobra Company, sia avvenuto modello quasi ultimato.

A favore del modello vanno, infatti, la facilità di lavorazione della plastica, un buon progetto di tutti i sottoinsiemi, e l’originalità per il soggetto. Tanto è vero che sono presenti nel catalogo tutte le altre versioni, B, C e D.

Gli aspetti negativi del kit sono il cockpit, la rugosità delle superfici finite e le decals. La plastica è sì ben lavorabile, ma, si è rilevata in alcuni casi debole.

Ho rimediato subito sia per il cockpit, sia per le decals, sostituendoli con quello della Cobra Company, al quale ho aggiunto i vani dei carrelli e gli scarichi delle turbine, e quelle della TwoBobs.

Ho seguito le istruzioni di montaggio sia per il modello sia per i set di dettaglio alla lettera, non incontrando nessuna difficoltà di montaggio. Come dicevo lo stampo è stato progettato veramente bene che ho inserito il nuovo abitacolo in resina, solo a montaggio finito delle parti generali del modello.

Il cockpit è stato messo insieme e dipinto seguendo le numerose foto reperite in internet. Alcuni particolari, più deboli sono stati rifatti con filo di rame, tipo le maniglie d’espulsione, e i traguardi dei mirini e qualche cavo qua e là.

Un’attenta colorazione è la chiave di lettura per tutti questi elementi facenti parte dell’abitacolo, nei classici colori dell’USAF; vale a dire dark gull gray FS 36231, e nero opaco. A questi vanno aggiunti i soliti colori, come il giallo, il rosso, il bianco e l’alluminio, per maniglie spie, interruttori ecc… la classica goccia di vernice brillante dentro le veglie del pannello strumenti completa, l’intero lavoro.

Chiaramente la cabina di pilotaggio è stata invecchiata con le tecniche classiche del lavaggio e lumeggiatura.

Vorrei rilevare un particolare importante. La versione OV e JOV- 1 A, erano dotate di doppi comandi a differenza delle seguenti, e le differenze tra le stesse erano davvero minime. Nella JOV, fu introdotto l’armamento che divenne retroattivo e successivo per le altre.

Dopo aver finito il cockpit sono passato ai vani del carrello. Quello anteriore è contenuto già sotto l’abitacolo, mentre per quello delle ali ho asportato con un taglierino quello in plastica rimpiazzandolo con quelli in resina. Qualche stuccatura e il gioco è fatto. Il colore di questi vani per questa versione è il bianco lucido, al quale sono seguiti i consueti lavaggi con il colore ad olio, per conferire maggiore realismo.Bisogna prestare attenzione anche al raccordo delle tip alari, dato che lo stampo delle stesse è stato pensato per le versioni con ala più lunga.

Dopo aver consultato le diverse foto in mio possesso, ho deciso di non abbassare nessuna superficie mobile dell’aereo, in quanto questi a terra, le avevano in posizione neutra.

Alle gambe dei carrelli, ho aggiunto le immancabili tubature idrauliche d elettriche, per il faro d’atterraggio. Il loro colore veste di verde oliva. Le ruote sono state appiattite per simulare l’effetto peso.

Dopo aver messo insieme fusoliera ali e piani di coda, ho zavorrato il modello con dei piombi distribuiti nel musetto, sotto le dietro l’abitacolo, eccedendo oltre i 40 grammi consigliati per evitare che il modello potesse sedersi in coda!

A questo punto ho passato sul modello la carta abrasiva bagnata grana 800, finendo con la 1200 e poi con pasta abrasiva, per ottenere una superficie liscia ed omogenea, preparando il modello per la fase di verniciatura.

Prima però ho finalmente installato l’abitacolo nella sua sede e montato i particolari mancanti, quali para-brezza e cappottina, debitamente dettagliati con maniglie e tubazioni, ed in oltre, i parasole scorrevoli che avevano due diversi colori, verde e fumé, trasparente, da me riprodotti con due pezzi d’acetato e del retino da grafica verde. Veloce e pulito.

Ho sgrassato l’intero modello con dell’alcool e ho cominciato a dipingere il modello con delle preombreggiature nere, lungo tutti i pannelli e riempiendo gli stessi, con del giallo, per far assumere una tonalità più calda al colore base.

Il colore con il quale ho dipinto l’aereo, è il verde acrilico Gunze H78, il quale meglio riproduce la tonalità post bellica, rispetto agli altri colori in commercio. Infatti, sia il Mohowk, sia gli elicotteri Huey vestivano la colorazione lucida ad alta visibilità, Glossy Olive Drab, ben presto sostituito con il classico Olive Drab FS 34087.

Ho passato diverse mani di colore ben diluito tali, da non coprire i colori sottostanti e variandone la tonalità, con aggiunta, di verde chiaro, e del giallo.

Cosi facendo ho creato una tonalità molto gradevole e non monotona, vista la monocromaticità dell’aereo.

Le zone nere e grigie, in altre parole, i bordi anti ghiaccio e i camminamenti sulle ali, converrebbe dipingerli prima del verde. Nel mio caso è stato viceversa, costringendomi a delle ingombranti e fastidiose mascherature, col mitico nastro Tamiya.

Un paio di mani di vernice lucida trasparente, hanno creato la base per decals. Ho usato il foglio della Twobobs, perché quello della scatola aveva i colori blu, giallo e rosso, per insegne e avvisi, non corretti. Attenzione alle stelle in fusoliera. La posa di queste due decalcomanie, fa eseguita con gli aerofreni chiusi e dopo, tagliate con una lama ben affilata a decals ben asciutte!

A posa terminata, ho di nuovo ricoperto il modello con un paio di mani di trasparente lucido, per far scomparire il film di supporto. Mentre con il trasparente opaco, ho coperto le zone che tali dovevano rimanere tali, in pratica, i pannelli anti riflesso dei motori e quello davanti al parabrezza, i bordi anti ghiaccio e i camminamenti sulle ali.

A distanza di giorni, ho invecchiato il modello con i colori, creando le classiche scie, e macchie, mentre i fumi di scarico delle turbine, sono state simulate con l’aerografo nelle tonalità più indicate e che meglio si avvicinavano a quelle reali.

Riposto l’aerografo, ho incominciato ad incollare tutte le parti più delicate, omesse durante la costruzione, quali, luci, antenne, eliche e armamento.

Una piccola nota. Le antenne a filo le ho riprodotte con i fili elastici dei cavi porta pacchi per automobili. Hanno il vantaggio d’essere sottili e non si rompono facilmente.